Talvolta mi piace uscire dalla quotidianità e fermarmi a riflettere. Questo è e rimarrà sempre un blog di cucina; non mi dilungerò mai in considerazioni completamente estranee a questo argomento.
Sono 8 mesi che ho iniziato a tenere questo blog; una delle poche "buone" cose che abbia mai fatto.
Non si tratta ovviamente solo di dolci e quant'altro, ma anche di stimoli.
Bene o male, mi accorgo che tutti noi siamo portati a rifare, spesso, piatti che già conosciamo; La cultura e le tradizioni che ci circondano ci portano spesso ad impostarci una determinata cucina con determinati piatti; sempre quelli.
La portata tipica di un pranzo italiano è: Pasta - carne con contorno di verdure/formaggio - frutta e dolce.
Se non fosse per questo blog, certamente anche io finirei con il ripetermi troppo spesso (ad esempio a distanza di qualche settimana ho rifatto i canederli).
Il bello di avere un blog di cucina è che ti sprona a "fare di più"; come se fosse una sfida a mostrare la propria capacità di preparare piatti diversi.
Tutto questo non stuzzica solo il palato, ma anche la mente.
Studiare e preparare piatti derivanti da culture diverse, accresce la cultura e la cultura fa crescere la curiosità; il tutto, culinariarmente parlando, genera spesso un circolo vizioso.
Mi ha fatto molto pensare una persona che alla vista dei canederli mi ha detto: "che cosa sono?".
"Canederli" - ho risposto io; "mai sentiti nominare" - ha sentenziato lui.
Ecco quello che penso:
la quotidianità uccide la cucina."cucina" intesa come creatività, voglia di provare, voglia di mettersi in gioco ed imparare cose nuove.
Ci si nasconde spesso dietro al solito "beh, ma io non c'ho tutto questo tempo". Anche io all'inizio la pensavo così.
Poi ho capito che sbagliavo; il tempo c'è sempre, e in abbondanza, se uno vuole.
Cucinare è come amare... o ci si abbandona completamente o si rinuncia - Harriet Van Horne
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